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Value Investing: la lezione di Ben Graham e Warren Buffett
Approccio Buy & Hold per Family Office: come applicare il Value Investing di Ben Graham e Warren Buffett per costruire valore nel lungo periodo
Lorenzo Piovanello
10/5/20252 min leggere


Il Cuore del Value Investing: dalla “macchina per votare” alla “macchina per pesare”
C’è una frase che riassume in modo perfetto tutta la filosofia del Value Investing, quella di Ben Graham citata più volte da Warren Buffett e recentemente ricordata anche da Jeff Bezos alla Italian Tech Week:
“Nel breve periodo, il mercato è una macchina per votare; nel lungo periodo, è una macchina per pesare.”
Ma cosa significa davvero?
E perché questa frase continua a essere attuale anche oggi, in un’epoca dominata da algoritmi, ETF e volatilità?
Il Mercato come “macchina per votare”
Nel breve termine, i mercati si muovono per emozioni.
Prezzi che salgono e scendono non per cambiamenti nei fondamentali delle aziende, ma per umori collettivi: euforia, paura, narrativa.
È il momento in cui prevale la psicologia, non l’analisi, e il mercato assomiglia più a un sondaggio di popolarità che a una valutazione razionale.
Un esempio emblematico è quello ricordato da Jeff Bezos: l’azione Amazon, passata da 130 a 6 dollari pur con un business in crescita e fondamentali solidi.
Chi si fosse fermato al “voto popolare” del mercato avrebbe perso uno dei casi di creazione di valore più straordinari della storia recente.
Il Mercato come “macchina per pesare”
Nel lungo periodo, la finanza torna alla realtà (citata anch'essa da Bezos, recuperate il video dell'intervista perché è molto stimolante): il mercato “pesa” il valore reale delle imprese.
Non conta più l’opinione del momento, ma la capacità di un’azienda di generare utili, crescere in modo sostenibile e creare valore per gli azionisti.
Il prezzo, nel tempo, tende a convergere verso il valore intrinseco.
È questa la differenza tra “trading” e “investing”: il primo gioca sui movimenti di breve periodo, il secondo valuta il business nel suo insieme.
Un investitore intelligente non scommette sul prezzo, ma investe sul valore.
La filosofia del Value Investing
Il Value Investing, nato con Ben Graham e perfezionato da Warren Buffett, si basa su un principio semplice ma contro-intuitivo:
“Comprate un’azienda come se doveste possederla per sempre.”
Significa ragionare come un socio imprenditore, non come un trader.
Analizzare i fondamentali, capire il modello di business, stimare i flussi di cassa futuri, e acquistare solo se il prezzo offre un margine di sicurezza sufficiente.
In altre parole, si compra “un euro a cinquanta centesimi”.
E si attende con pazienza che il mercato se ne accorga.
Perché questo approccio funziona ancora oggi
Molti credono che il Value Investing sia superato in un mondo dominato dai fondi passivi, dall’intelligenza artificiale e dal trading algoritmico.
È vero il contrario: proprio perché la maggior parte del capitale oggi segue i benchmark, chi sa valutare il valore reale delle aziende ha un vantaggio enorme.
Il Value Investing è più attuale che mai perché:
impone disciplina e orizzonte di lungo termine;
riduce la volatilità emotiva;
permette di accumulare ricchezza nel tempo anziché inseguire rendimenti immediati.
My 2 Cents
Il vero investitore intelligente, come scrive Graham, “non cerca di battere il mercato, ma di non essere battuto da esso”.
In un’epoca in cui tutto corre veloce, la capacità di fermarsi, analizzare e pesare il valore reale di un’azienda è una forma di vantaggio competitivo.
Come direbbe Buffett:
“Il tempo è amico delle imprese straordinarie e nemico di quelle mediocri.”
info@lorenzopiovanello.com
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