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Ferrari 2030: la disciplina del capitale più che quella della velocità
Ferrari punta a 9 miliardi di ricavi entro il 2030. Ma la vera lezione è nella disciplina del capitale, non nella velocità.
Lorenzo Piovanello
10/16/20253 min leggere
Ferrari 2030: la disciplina del capitale più che quella della velocità
Cosa insegna il piano industriale di Maranello a chi investe con un approccio da socio e non da trader
La scorsa settimana Ferrari ha presentato il nuovo piano industriale al 2030. Il titolo ha corretto in Borsa e molti hanno pensato si trattasse della presentazione della Elettrica. Grave errore. In realtà si è trattato del fatto che Ferrari non ha promesso crescita esplosiva.
Ma chi osserva le aziende con una prospettiva da Family Office, di lungo periodo, e non da trader o speculatore/scommettitore sul prezzo dei titoli, deve leggere i numeri aziendali con un’altra lente: quella della creazione di valore nel tempo, quello della corporate finance.
Ferrari certo non ci promette una crescita esplosiva, ma ci offre solidità, controllo e margini da impresa di lusso. E per chi investe seguendo un approccio buy & hold, questo è ciò che conta davvero.
Per chi invece segue la speculazione questa è una notizia terribile: siamo su 2 dimensioni decisamente opposte.
La crescita di Ferrari: 9 miliardi di ricavi entro il 2030
Ferrari prevede di portare il fatturato netto a 9 miliardi di euro entro il 2030, con un tasso di crescita medio annuo del 5%.
Non è una corsa, ma un percorso misurato, fondato su tre driver chiari:
modelli ad alto valore e prezzo medio più elevato,
personalizzazioni e serie limitate,
espansione del brand in settori affini ad alto margine.
È un modello coerente con la logica del brand di lusso: crescita per qualità, non per quantità.
Margini da brand, non da costruttore
L’obiettivo di redditività parla da sé: un margine operativo (EBIT) minimo del 30% e almeno 2,75 miliardi di utile operativo.
Questi numeri collocano Ferrari in una categoria separata da quella dei normali produttori di auto: qui si monetizza l’appartenenza, non la cilindrata.
In un contesto di settore dove i margini medi oscillano tra il 6% e il 10%, Maranello continua a operare con una redditività da maison del lusso. È la conferma che il vero valore risiede nel marchio e nella gestione del capitale, non nella quantità prodotta.
La disciplina del capitale: flusso di cassa e investimenti
Il piano prevede 8 miliardi di free cash flow cumulato tra il 2026 e il 2030, a fronte di 4,7 miliardi di investimenti.
Un tasso di conversione in cassa superiore al 50% dimostra la capacità di generare valore sostenibile nel tempo.
In linguaggio da investitore: Ferrari continua a essere una “compounding machine” – un’azienda che produce più capitale di quanto ne consumi.
Per un Family Office, è l’esempio perfetto di come un brand solido e una disciplina di capitale possano garantire rendimenti consistenti nel lungo periodo.
Strategia tecnologica: equilibrio, non ideologia
Nel 2030 la gamma sarà composta per il 40% da motori a combustione interna, 40% ibridi e 20% elettrici.
La percentuale di veicoli elettrici è stata ridotta rispetto al piano precedente, un segnale di pragmatismo industriale.
Ferrari accompagna la transizione energetica senza sacrificare il proprio DNA.
In un mercato che spesso confonde innovazione con moda, questa è una scelta che parla di sostenibilità economica prima che ambientale.
La lezione per l’investitore di lungo periodo
John Elkann ha dichiarato: “Unire la disciplina della tecnologia, la creatività del design e l’artigianalità della produzione.”
Dietro questa frase si nasconde una filosofia che ogni investitore orientato al valore dovrebbe fare propria:
Disciplina: nella gestione del capitale e nella crescita controllata.
Creatività: nel preservare il fascino del brand senza perdere efficienza.
Artigianalità: come simbolo di un valore che il tempo non deprezza.
Ferrari non cresce per volumi, ma per qualità.
E la qualità, nel lungo periodo, è la forma più pura di interesse composto.
My 2 Cents: investire come soci, non come speculatori
Per un Family Office, Ferrari rappresenta più di un titolo azionario. È un caso di scuola su come la disciplina del capitale possa diventare la vera fonte di vantaggio competitivo.
La lezione di Maranello è semplice: “la velocità impressiona, ma la disciplina del capitale costruisce valore duraturo.”
L’opportunità sta nei numeri.
info@lorenzopiovanello.com
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